Da: "Ufficio Stampa_Monte Argentario" A: Oggetto: Omaggio a Senghor Data: venerdì 22 agosto 2003 13.13 omaggio a Senghor/ ultimo programma di salaCOMUNE DI MONTE ARGENTARIO Comunicato ARIE DI MARE Domenica 24 agosto ore 21,30 Porto Santo Stefano -Arena dell'Aeronautica OSTIE NERE Omaggio a Senghor concerto recital voci Valentina Banci Fernando Maraghini musiche originali eseguite dagli autori Papi Thiam (percussioni, canto) Mirko Guerrini (sax tebore, sax soprano, clarinetto, fausto pakistano) Mirio Cosottini (piano, tromba) Dialy Mady Cissoko (cora, canto, percussioni) ideazione e progetto :Massimo Luconi un progetto teatro Metastasio di Prato- stabile della Toscana in collaborazione con COSPE Raffinato poeta di lingua francese,presidente del Senegal dal 1960 fino al 1980,Leopold Sedar Senghor, che dopo essersi ritirato dalla vita politica, ha vissuto fino alla sua morte avvenuta nel 2001 in Francia, è stato uno degli intellettuali più in vista della rinascita culturale e politica del continente africano. Un ambasciatore della cultura nera che leggeva Gramsci e citava il Vangelo in latino,un politico umanista che ha ricercato caparbiamente una via africana al socialismo fondata sul dialogo con le altre nazioni. Senghor ,ha unito sempre la sua attività di poeta a quella di politico: dopo aver combattuto per la Francia nella seconda guerra mondiale e aver passato un lungo periodo in campo di concentramento,nel 1945 viene eletto rappresentante del Senegal all'assemblea nazionale francese e contemporaneamente esce la sua prima raccolta poetica dal titolo"Chants d'ombre" a cui seguiranno "hosties noires", "Ethiopiques" e nel 61 quando era già presidente del Senegal la raccolta dei "nocturnes" Ma è con la pubblicazione nel 1948 di un'antologia di poeti neri di lingua francese,africani e antillani,che Senghor si impone come l'intellettuale guida della rinascita africana. Il volume che contiene un memorabile saggio di introduzione di J.P.Sartre,dal titolo l'Orfeo nero, contribuisce a diffondere la poesia nera e a far discutere gli intellettuali francesi e europei, intorno al concetto di negritudine. "Orfica" ha chiamato Sartre questa poesia perchä l'instancabile discesa del nero dentro di sè fa pensare a Orfeo che va da Plutone a chiedere la restituzione di Euridice. Cantando le sue collere e i suoi rimpianti ,esibendo le sue piaghe,la sua vita dilaniata fra la civiltà occidentale e il vecchio mondo africano:il poeta nero raggiunge le vette della grande poesia collettiva:parlando di sè,parla di tutti i neri. Che cosa speravate nel togliere il bavaglio che chiudeva queste bocche nere? Che intonassero le vostre lodi? Queste teste, che i nostri padri avevano piegato con la forza fino a terra,pensavate forse che,quando si fossero risollevate,vi avrebbero guardati con occhi adoranti? Ecco degli uomini in piedi che ci guardano,e io vi auguro di sentire, l'emozione profonda di esser visti.J.P.SARTRE Dispersi in tutte le parti del mondo,i neri non hanno una lingua comune:per incitare gli oppressi devono ricorrere alle parole dell'oppressore. Ed è proprio il francese che fornisce ai poeti africani di lingua francese, l'uditorio più vasto,almeno entro i confini della colonizzazione ; e questa lingua che Mallarmä diceva che "è lingua neutra per eccellenza perchè il genio francese esige un'attenuazione d'ogni colore troppo vivo",in questa lingua mezza morta per loro,Damas,Cesaire,Senghor,Diop e gli altri poeti neri di lingua francese,riverseranno la rabbia,il tormento e la nostalgia dei loro cuori,perchè il francese è l'unica lingua con la quale possono comunicare. Simili agli eruditi del XVI sec che si capivano solo comunicando in latino, i neri possono incontrarsi solo sul terreno pieno di trabocchetti preparato per loro dall'uomo bianco,usando una sintassi e un vocabolario elaborato in altri tempi a migliaia di chilometri di distanza per rispondere ad altri bisogni e descrivere altri oggetti. Il loro sentimento di impotenza di fronte al linguaggio,quell'impotenza verbale che Bataille chiama "l'olocausto delle parole",provocherà un' espressione diretta surreale e folle,che è all'origine della straordinaria esperienza della poesia nera africana. questo cuore ossessivo che non corrisponde alla mia lingua,o ai miei costumi e sul quale mordono,come un uncino sentimenti imprestati e costumi d'europa,sentitela questa pena E questa disperazione a null'altra eguale d'ammansire con parole di Francia questo cuore che m'è venuto dal Senegal La poesia è l'essenza dell'anima nera e la poesia per gli africani si realizza soltanto se diventa canto,parola e musica nello stesso tempo. E' per questa ragione che abbiamo cercato di costruire uno spettacolo dove gli strumenti musicali non debbono accompagnare le poesie ma esprimerle in una alchimia di ritmi, di suoni e di voci. Questo spettacolo realizzato con un ensemble di musicisti e attori senegalesi e italiani, cerca di restituisce l'emozione,il soffio vitale,la forza e la raffinatezza di una poesia che è l'espressione più profonda della cultura senegalese. Una cultura fortemente radicata nella tradizione, ma aperta al confronto e agli altri.